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SFACCETTATURE

Quando le parole ci giocano degli scherzi

Alcuni giorni fa mi sono davvero preoccupata. Passo davanti ad una porta di una banca e vedo la scritta PORTA ALLARMATA. Aiuto, perché mai una porta si deve mettere in allarme? Poi ho capito, qualcuno aveva messo l’allarme su quella porta, quindi la porta era allarmata. Ma chi mai, parlando normalmente, dice che una porta è allarmata?
Un’altra volta, dopo aver sofferto per due ore in un grande centro commerciale fuori città, ho inserito lo scontrino nell’apposito apparecchio situato all’uscita del parcheggio sotterraneo. La sbarra tuttavia non si è alzata, la macchina ha risputato lo scontrino ed è apparsa la scritta “BIGLIETTO INVALIDO”.
I due episodi mi hanno sorpreso, ma a torto. Perché mai un biglietto non potrebbe essere invalido o una porta allarmata? Perché le parole sono birichine e amano giocarci degli scherzi. La lingua non è sorella gemella della grammatica e le parole sono anarchiche, sono infatti le prime a non rispettare certe regole. E hanno ragione. Le regole sono venute dopo, e si sono adattate alle parole, non viceversa.
Le macchine non hanno senso dell’umorismo. Ecco perché i traduttori automatici cadono così spesso in fallo. Proprio questa espressione mi fa venire in mente una collega inglese che, durante una riunione, a proposito di alcuni nostri errori, continuava a ripetere: “ma così continuiamo a mostrare i nostri falli”. Risate sotto i baffi dei colleghi, soprattutto maschi…
Ma torniamo al nostro biglietto invalido. Perché no? Molti contrari si formano apponendo un prefisso: in/im, ad esempio possibile/impossibile, felice/infelice. Tecnicamente valido/invalido non fa una piega, ma un biglietto invalido ci fa sorridere, ce lo immaginiamo a letto o sulla sedia a rotelle, poveretto.
Un altro caso potrebbe essere quello di un veicolo fermo. Allora un veicolo in movimento è un veicolo infermo? Forse che le auto da rottamare sono inferme? Meglio non addentrarci in questioni morali, si potrebbe arrivare a discutere l’eutanasia per le macchine. Non esageriamo.
L’antonimo (parola dotta che significa contrario) di cesto è incesto?
Ingiusto è il contrario di giusto, lo sappiamo. Ma se il condutture di un quiz dicesse che la risposta è ingiusta?
Una volta nelle vetrine dei negozi si vedevano cartelli con la scritta “PREZZI FISSI”. Si era più poveri e si chiedevano sempre sconti e rateazioni. I negozianti si difendevano con un cartello. Ma se non fossero stati fissi si sarebbe potuto dire PREZZI INFISSI? Non so. Conto è il contrario di sconto? Se in un negozio vediamo la scritta NON SI FANNO CONTI, cosa dobbiamo pensare, che ti regalano tutto? E se i prezzi non sono scontati, sono contati?
Sì, perché un altro modo molto infido per formare un contrario è aggiungere una “s” davanti alla parola.
Abbiamo così gradevole/sgradevole, contento/scontento, fortunato/sfortunato. Ma sposato è il contrario di posato? Sfondato è il contrario di fondato? Sfuso è il contrario di fuso? Svenuto è il contrario di venuto?
Giustamente una mia amica, definisce certi suoi conoscenti una coppia “scoppiata”. Perché no? Prima erano una coppia, adesso sono separati, quindi scoppiati.
Le parole offrono mille spunti per giocare e per sorridere, soprattutto coi bambini. Tanti scrittori lo hanno fatto, pensiamo a Gianni Rodari, e ci hanno fatto divertire.
Ma proviamoci anche noi. Ecco alcuni esempi.
– Sei disposto ad aiutarmi? No, sono indisposto.” Mi sembra giusto
– È maturo quel fico? No, è immaturo.
– È piegato il lenzuolo? No, è impiegato.
– È fondata la tua teoria? No, è sfondata.
E così via, buon divertimento.

Post Scriptum.

La mia amica Ellen, tedesca, ma che ha vissuto una vita in Italia, ha deciso di tornare nella sua città natale, Stoccarda, e passare lì i suoi ultimi anni. Se ne è pentita amaramente, perché Ellen ormai apparteneva all’Italia, alla sua bella casa con magnifica vista sul lago di Como. Un paio di volte all’anno però ci ritorna. Noto che il suo perfetto italiano ha perso un po’ della sua perfezione, soprattutto quando è emozionata. Così l’altro giorno mi ha espresso la sua preoccupazione per i bei tappeti che ha in casa. Temeva che il sole li scolorisse, visto che il figlio ha pensato di togliere le tende dalle finestre. Sai, mi ha detto, ho dei bei tappeti, molto valorosi..